Servizio Civile Universale, progetti a rischio.

Un budget annuale minimo di 300 milioni. Tanto chiede la CNESC (la Conferenza Nazionale degli Enti del Servizio Civile) al Governo italiano in vista del 20 ottobre, termine ultimo per poter presentare al Parlamento la legge di Bilancio.

Per focalizzare l’attenzione sul problema, enti e associazioni del Terzo Settore (tra cui AVIS Nazionale) hanno inviato una lettera al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e ai ministri di Politiche Giovanili ed Economia, Vincenzo Spadafora e Roberto Gualtieri, spiegando come ad oggi risultino stanziati dall’ultima legge di Stabilità 99 milioni di euro per il 2021 e 104 per il 2022: se le cifre dovessero restare le stesse, le procedure di avvio per i progetti in questione precipiterebbero dalle 53mila del 2018 alle 18mila del 2021.

La necessità di un intervento per sostenere il Servizio Civile con risorse maggiori era stata manifestata già lo scorso luglio, quando 155 organizzazioni ribadirono che senza dotazione finanziaria che stabilizzasse a 50.000 posizioni all’anno le opportunità di accesso dei giovani ai programmi di servizio civile, questa esperienza sarebbe implosa. «Per realizzare questo obiettivo – si legge nella nuova lettera – da più parti, si ritiene necessario un budget annuale minimo di 300 milioni di euro. La legge di stabilità 2020 aveva stanziato 99 milioni per il 2021 e 104 milioni per il 2022. Serve quindi una scelta politica del Governo, che superi le scelte dei Governi precedenti di contare su rincorse a fondi aggiuntivi in corso d’anno, peraltro arrivati con il contagocce e in misura comunque insufficiente. Una dotazione di 300 milioni annui per il triennio 2021-2023 permetterebbe di attuare la Programmazione Triennale, definita con il Decreto del 4 Novembre 2019 del ministro Spadafora, adeguandola alle mutate esigenze e situazioni dei vari territori del nostro Paese, con una ripresa di servizio anche all’estero, inclusa una valutazione su alcune parti della riforma votata dal Parlamento nel 2016».

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